Andare in Islanda in Gravidanza potrebbe essere una buona idea. Eppure, prima di prenotare il tanto anelato viaggio, occorre essere consapevoli dei pro e dei contro che questo tipo di viaggio comporta, specialmente per una donna incinta.
Lo abbiamo già detto varie volte: la gravidanza non è una malattia. Viaggiare durante questa fase della vita di una donna è possibile, sebbene in base al trimestre in corso, potrebbero sorgere delle complicazioni legate ai malesseri o ai divieti che le gestanti devono rispettare.
Noi avevamo deciso di andare in Islanda, o quanto meno sfidare la sorte di un anno difficile, prima dell’inizio della gravidanza. Dopo numerose valutazioni, legate anche alla scarsa presenza di contagi covid e alla rigida politica di gestione dei flussi turistici di questo paese, abbiamo deciso di partire. Nel nostro caso il viaggio ha avuto luogo durante il primo trimestre, alla fine del secondo mese.
Viaggiare durante il primo trimestre
Il primo trimestre non presenta grandi contro indicazioni per viaggiare. Il parto è ancora piuttosto lontano e le energie non sono ancora del tutto compromesse. Certo, potrebbero sorgere delle piccole noie, quali le nausee (non necessariamente mattutine!), stanchezza e sonnolenza.
Poiché non tutte le donne vivono la gravidanza nello stesso modo è opportuno saper “ascoltare” il proprio corpo. Decidere di affrontare un viaggio dipende dalla vostra capacità di tollerare i piccoli fastidi del primo trimestre, ammesso che ne abbiate.
Nel mio caso, le nausee non mi hanno dato tregua, specialmente la sera. Nonostante tutto, sono riuscita a gestire i piccoli malesseri e a non rinunciare ad una piccola avventura di famiglia.
L’Islanda in gravidanza
L’Islanda in gravidanza è un viaggio che si presta molto alle gestanti. Avendo previsto un itinerario all’interno dell’isola, la nostra tabella di marcia mi ha permesso di gestire al meglio i malesseri. Ho percepito poca stanchezza alternando i percorsi in auto ai piccoli trekking, che ho affrontato con piacere, anche perché – non dimentichiamolo! – ad accompagnarci c’era un dueenne alla scoperta della natura. Ogni trekking è stato concepito alla sua portata e, di conseguenza, anche alla mia. I nostri ritmi di viaggio non sono stati lenti, come per il nostro viaggio in Martinica, ma nonostante un programma piuttosto accurato, siamo riusciti a non far pesare su nessuno la volontà di rispettare gli itinerari che avevamo stabilito.
Luoghi d’interesse, quali il Circolo d’Oro, la penisola di Keflavik, il Blue Lagoon o ancora la visita allo Jokulsaron e la strada verso Vik, non presentano particolari difficoltà per le donne incinte. Al contrario, i trekking sono davvero poco impegnativi, anche per un dueenne.
Cosa controllare durante un viaggio in Islanda in gravidanza
I punti negativi del visitare l’Islanda in gravidanza non sono legati all’Islanda in quanto paese, ma a qualunque tipo di viaggio. Per scegliere una meta occorre fare attenzione ai pericoli legati ad un determinato luogo (per esempio, alla zika, qualora si optasse per i Caraibi), alla pesantezza di un viaggio troppo lungo, specialmente se questo richiedesse molte ore di viaggio in aereo; o ancora alle limitazioni legate al cibo: per chi non è immune alla toxoplasmosi come la sottoscritta, i cibi da evitare sono molteplici.
Fatte queste premesse, l’Islanda ha il vantaggio di non essere un paese troppo caldo in estate, di offrire la possibilità di trovare cibo cotto facilmente e di non presentare particolari insidie che possano mettere in pericolo la gestante e il suo bébé. Tuttavia, qualche aspetto negativo cui far fronte c’è: la necessità di andare in bagno frequentemente si scontra spesso con i pochi servizi igienici realmente attivi nelle aree turistiche. Non nascondo di averne sofferta l’assenza ogni tanto, ma nel complesso, ho avuto la fortuna di trovarne qualcuno in contesti insperati.
Come molti viaggiatori, avevamo immaginato di concederci qualche giorno d’immersione nella natura. All’inizio pensavamo di raggiungere la Bretagna, meta a noi vicina, ma dato che la maggior parte delle nostre conoscenze aveva optato per il nord o per il sud della Francia, ci siamo chiesti se saremmo riusciti ad isolarci durante l’estate del covid. La rigida gestione dei flussi turistici ha scoraggiato tantissimi turisti avendo in noi un effetto opposto: abbiamo deciso di affrontare la quarantena pur di poterci rigenerare in luoghi naturalistici. La scelta è stata vincente.
Oltre al cibo e ai servizi igienici non sempre presenti nelle aree naturalistiche, l’altro grande divieto da rispettare durante il primo trimestre sono le vasche idromassaggio. Specialmente nel corso del primo trimestre queste sono sconsigliate. Molti alberghi e appartamenti offrono la possibilità di concedersi momenti di ristoro in vasche idromassaggio, spesso all’aperto. La soluzione è semplice: basta astenersi.
Come gestire le nausee
Per questa gravidanza le mie nausee si sono manifestate principalmente nella seconda parte della giornata. Nel pomeriggio iniziava quel fastidio che spesso mi ha impedito di cenare la sera.
Avendo dei ricordi piuttosto vivi della prima gravidanza, ho cercato di aver sempre a portata di mano acqua, una limonata e delle gallette di riso per fare piccoli spuntini che mi permettessero di alimentarmi un po’ anche quando il mio corpo sembrava rifiutare qualunque tipo di cibo.
Quando abbiamo affrontato degli spostamenti, ho cercato di mangiare meno per evitare che il movimento dell’auto potesse favorire la manifestazione delle nausee. E, soprattutto, ho cercato, nei limiti del possibile, di non mostrare i miei malesseri al nostro dueenne.
Un accessorio che non mi ha mai abbandonata durante tutto il viaggio sono stati i braccialetti antinausea. Questi, basandosi sul principio dell’acupressione, presentano due mezze sfere che comprimono un punto preciso attutendo la nausea. Utilizzati durante la prima gravidanza, il beneficio che ne avevo tratto mi ha spinta a riutilizzarli nuovamente. Utili durante il volo, sui mezzi pubblici o in auto, questi braccialetti mi hanno aiutata in tantissime occasioni, in viaggio e non.
L’Islanda per famiglie
A prescindere dalla pandemia mondiale, l’Islanda è un paese che si presta molto ad essere visitato in famiglia. Che si sia in dolce attesa, o meno, gli islandesi sono un popolo cordiale e attento alle necessità delle neomadri e delle famiglie.
In diversi contesti l’ammettere di essere incinta mi ha permesso di ricevere attenzioni particolari e trattamenti speciali. Nel complesso, questo viaggio non si è rivelato essere particolarmente pesante grazie alle numerose soste, ai piccoli trekking e al fascino incondizionato della natura. Ogni giorno ha rappresentato una scoperta e una distrazione dalle nausee e mi ha permesso di distogliere l’attenzione dal malessere di fondo.
Qualora mi si chiedesse che meta suggerire ad una futura madre, non esiterei un istante a proporre l’Islanda in gravidanza.
Ciao, posso sapere per piccoli trekking cosa intendi? E cosa sei riuscita a vedere ? Gradirei conoscerne il dettaglio. Grazie!
Premessa: i punti d’interesse islandesi sono esclusivamente luoghi naturalistici. Eccezione fatta per qualche cascata o per il vulcano Kerid, la visita di ogni luogo richiede delle piccole passeggiate. Nella maggior parte dei casi, le pedenze sono minime e i trekking (occorre essere equipaggiati con vestiti e scarpe adatte) richiedono spostamenti che variano da uno a più chilometri. In gravidanza è sconsigliata l’escursione sui ghiacciai. Il trekking più impegnativo, non tanto per la sua lunghezza, quanto per le condizioni di suolo e le pendenze, per me, è stato quello della visita della cascata di Seljalandsfoss. Ma all’interno della zona, oltre ad essere passata dietro la cascata, ho continuato il trekking per vedere anche la cascata nascosta. Li’, occorre attraversare un corrente e le condizioni di equilibrio non sono il massimo, ma, nonostante la pancia, sono riuscita a non cadere. Altro trekking un po’ più lunghetto è stato quello per raggiungere il villaggio dei Vichinghi nei pressi Hofn, ma la strada è in pianura. Spero che queste informazioni possano servirti. Buon viaggio!
Ciao Carlotta, grazie per la tua testimonianza. Da tempo io e il mio compagno abbiamo prenotato un viaggio in Islanda (con base a Reykjavik) per inizio dicembre e siamo ancora un po’ indecisi sul da farsi perchè sono incinta di due mesi (scoperto ovviamente dopo aver prenotato)! Le tue parole mi hanno un po’ rincuorata😊 Ti ricordi che tipo di assicurazione sanitaria avessi fatto? Grazie mille!
Cara Federica, vorrei rassicurarti sul fatto che io ho affrontato il viaggio durante l’estate del covid.
In giro c’erano pochissime persone. Ovviamente alcune attività non sono indicate per le donne incinte: per esempio il trekking dentro il ghiacciaio, per dirne una. Ma se vi basate unicamente a Reykjavik, potrete raggiungere numerosi luoghi dove potrai fare dei mini trekking. Io, avevo anche un bimbo di due anni e mezzo, oltre al girino. Se voleste vedere l’aurora boreale, stando al calduccio, vi suggerisco degli alloggi in zona Keflavik: sono dei cubi, il cui soggiorno ha una parete di vetro orientata sul mare per potere vedere comodamente le aurore boreali. Io ti suggerirei di partire. Personalmente ho trovato bagni ovunque, anche in mezzo al nulla sul Ring. Per quanto riguarda l’assicurazione sanitaria, ne ho sottoscritta una con Heymondo. Spero tu riesca a fare questo viaggio. Buon viaggio e, soprattutto, tanti auguri per la tua gravidanza!
Ciao, noi vorremmo andare in Islanda per le vacanze di Pasqua, abbiamo un bimbo di 4 anni e io sono al settimo mese di gravidanza, dici che è troppo proibitivo come viaggio in queste condizioni? c’è lo consiglieresti?
Ciao Silvia, secondo me potreste andare. Il viaggio sarebbe quasi tutto in auto e dovresti solo fare attenzione, probabilmente evitare, il trekking per passare dietro il getto d’acqua della cascata di Seljalandsfoss (io l’ho fatto poco prima della fine del terzo mese e non è stato facile, il rischio cadute è abbastanza elevato), anche la cascata nascosta, all’interno della stessa area potrebbe essere insidiosa per possibili cadute. L’altro problema che potresti dover affrontare sono i bagni: nella maggior parte delle aree naturalistiche ci sono, ma sul ring non ne esistono tantissimi, a meno che non si vada in natura o si approfitti strategicamente di centri commerciali e aree di servizio. A parte questo, non vedo limiti al vostro viaggio. Spero di esserti stata utile.