Il secondo fiume di Parigi
Mi piacciono molto i panorami d’acqua. Probabilmente perché sono nata su un’isola, la vista del mare è sempre stata un conforto. Da quando mi sono trasferita altrove ho sempre amato passeggiare nei pressi di fiumi e laghi, dove non era possibile trovarsi nei pressi del mare.
In particolar modo, da quando vivo a Parigi, la Senna è sempre stata una risorsa per staccare dal quotidiano. Avendo sempre abitato sulla rive droite, adoro raggiungerla dal Marais perché in genere la strada è più libera. E mi piace ammirare i due isolotti: l’ïle Saint Louis e l’île de la Cité dalle sponde del fiume.
In estate, il lungo Senna è sempre stato un punto di ritrovo per picnic con gli amici.
Eppure, sapevate che la Senna non è l’unico fiume che attraversa Parigi? La Bièvre è un suo affluente, il cui corso è stato coperto e occultato nel corso degli anni.
Chiudete gli occhi ed immaginate un piccolo fiume che attraversava la rive gauche, ovvero la parte a sud della Senna, fino a sfociare in questo fiume ad altezza del Jardin des Plantes. Ci riuscite? Sembra impossibile, eppure la Briève esiste ancora oggi.
Dal momento che ogni spostamento è fortemente sconsigliato in questo periodo, vi invito a riscoprire la Parigi che non esiste più, attraverso la storia di un fiume nascosto.
La Bièvre
La Bièvre nasce a sud di Parigi, più precisamente a Bouviers (non Beauvais!) a ovest di Guyancourt, e sfocia all’incrocio tra il V e il XIII arrondissement di Parigi, sulla Senna (all’altezza del già citato Jardin des Plantes, dove si trovano il museo paleontologico e la Grande Galerie de l’Evolution). Questo fiume sorgeva su una zona paludosa che, durante lo sviluppo urbanistico della città, è stata bonificata e trasformata nel corso del tempo in una zona residenziale.
Durante il periodo del Neolitico questo fiume attraversava Parigi per un tratto: dall’odierno Pont de la Gare d’Austerlitz al Pont de l’Alma (non lontano dalla Tour Eiffel), mentre il letto della Senna si trovava sull’ordierno asse viario dei Grands Boulevards. Il corso della Bièvre fu deviato per la prima volta nel XII secolo D.C. per alimentare le acque dell’Abbazia di Saint Victor.
Nel 1579 una piena del fiume, la cui acqua raggiunse circa cinque metri d’altezza, inondò le zone circostanti, tra cui dodici palazzi, i cui abitanti morirono annegati nel sonno. All’epoca ad arginare il fiume c’erano solo alcuni sbarramenti creati dai castori che popolavano la palude, prima della loro scomparsa definitiva avvenuta nel XIII secolo.
La copertura del fiume
Sebbene il letto del fiume sia stato deviato grazie alla creazione del Canal des Victorins, l’inizio dell’opera di copertura risale al 1860. In questo periodo, numerose erano le proteste per i fetori legati agli scarichi di ospedali, conciatori, tintori e mattatai sulle acque del fiume, la cui situazione talvolta peggiorava a causa dell’attività dei mulini che causavano l’interruzione della portata del fiume. Per motivi igienici fu dunque deciso di ricoprire il fiume e di integrarlo alla rete fognaria parigina.
Il corso della Bièvre, nei pressi della fonte, è stato modificato anche per alimentare le numerose vasche e fontane della Reggia di Versailles.
Oggi a Parigi…
Il fiume è visibile solo in prossimità della sua foce ma non nel suo estuario, dentro la città di Parigi. Questo è rimasto coperto nel corso degli anni.
Tuttavia, se ripensiamo alla sua storia, nei pressi del fiume erano numerose le attività che ne inquinavano le acque.
Immaginandolo scorrere nella Parigi del XVII secolo possiamo renderci conto di quanto la città fosse parecchio differente dall’aspetto attuale cui siamo abituati. Certamente, l’ospedale della Pitié Salpêtrière che si affacciava sul fiume, deve aver contribuito all’inquinamento delle acque, così come le numerose attività di artigianato locale. Sembra quasi impossibile riuscire ad immaginare che i castori vivessero da queste parti e che contribuissero all’ecosistema, prima che le loro pelli diventassero il motivo fondamentale della loro estinzione.
Oggi puo’ sembrare strano pensare a Parigi senza i suoi capisaldi, quali La Tour Eiffel e il Sacro Cuore, ma con un divario importante tra zone nobili e sfarzose e quartieri popolari dalle scarse condizioni igieniche. Lo sviluppo urbanistico delle città puo’ svelare le storie intime di una città che non smette mai di cambiare, di crescere ed espandersi insieme alla sua popolazione e di cambiare aspetto.
Attualmente sono numerosi i cantieri che stanno contribuendo all’ennesimo cambiamento della città. Nel 2024, la capitale francese sarà più verde e, forse, più ecoresponsabile. Ed i nostri ricordi, quelli dei tempi che precedono questa data, saranno impreziositi dalla storia che contengono e raccontano. Anche i viaggiatori che avranno visitato la Ville Lumière saranno come la Briève, il fiume nascosto, la memoria della città.