Il nostro viaggio in Thailandia ha avuto una piccola battuta d’arresto, ma non preoccupatevi, perché vogliamo condividere quali sorprese vi offrirà aggiungere un giorno al vostro soggiorno a Bangkok per visitare Ayutthaya. Questa volta non vi racconteremo la storia di una disavventura di viaggio, come quella della nostra visita al Floating Market di Damnoen Saduak. Al contrario, condivideremo una giornata di grandi scoperte e amore per la cultura thailandese.
Come raggiungere Ayutthaya da Bangkok
La nuova città di Ayutthaya dista circa 75 km da Bangkok. Per raggiungerla esistono diverse opzioni: il treno (che vi lascerà nella parte nuova della città), una corriera (la green line) ed una gita priva. Che usiate un’app, il sevizio escursioni del vostro hotel o un qualunque accordo con un driver, la formula che più si addice a chi viaggia con bambini è quella dell’escursione privata. Avere un driver che vi porti non solo ad Ayutthaya, ma che vi permetta di visitare ogni sito, semplificherà la vita di grandi e piccini, oltre a permettervi di risparmiare del tempo.
Se preferite prendere i mezzi pubblici, una volta sul posto potrete accordarvi con un driver di tuktutk per la giornata o, ancora, potrete affittare delle bici per muovervi liberamente tra le diverse aree archeologiche. Purtroppo, i seggiolini da bici per bambini scarseggiano e privilegiare questo tipo di spostamento più economico ed ecosostenibile non è sempre facile per chi viaggia con bambini piccoli.
Cosa vedere e cosa aspettarsi
Se desiderate fare turismo culturale ed immergervi nella cultura thailandese più antica, Ayutthaya (che si pronuncia Ayutthayà) sarà una tappa obbligata del vostro viaggio. Storica capitale della Thailandia, fondata nel 1350, questa conta oggi uno dei più grandi siti archeologici del paese. Tuttavia, contrariamente ai siti archeologici italiani, quelli che costituiscono il patrimonio di Ayutthaya sono dislocati in un perimetro molto ampio. Storicamente, la capitale della Thailandia sorgeva all’interno di un’isola, una roccaforte per difendersi dai nemici. O forse no, come la guerra con la Birmania ha insegnato.
La città nuova si trova nei pressi della stazione. L’area archeologica, invece, si trova piuttosto lontano, motivo per cui, occorre un mezzo per raggiungerla e per spostarsi tra i diversi siti che la costituiscono. Su ogni sito è possibile pagare l’accesso alla singola area oppure richiedere un biglietto cumulativo per tutte, il cui costo è di 220 baht. Questo vi darà accesso a: Wat Ratchaburana, Wat Phra Si Sanphet, Wat Mahathat, Wat Phra Ram, Wat Mahathat, Wat Maheyong e Wat Chai Wattanaram.
Una delle peculiarità dei templi dell’antica Ayutthaya è la presenza di numerosi Buddha davanti l’ingresso. Alcuni di questi, nonostante la loro esistenza centenaria, sono ancora in ottime condizioni. La loro disposizione ha influenzato alcuni dei templi più belli costruiti a Bangkok, la nuova capitale.
Nei periodi delle cerimonie buddiste, le statue vengono vestite con drappi arancioni, conferendo loro un aspetto particolare: sembrano quasi vive.
Wat Ratchaburana
Ogni sito presenta delle parti più o meno conservate rispetto agli altri. Nel caso del Wat Ratchaburana, la sua imponenza saprà lasciarvi a bocca aperta. Costruito nel 1424 nel luogo in cui vennero cremati i corpi dei fratelli, che si contendevano il trono, questo tempio fu voluto da Borom Rachathirat II. Al suo interno, infatti, il tempio contiene una cripta affrescata. Tuttavia oggi restano poche tracce del fasto di un tempo e dei pipistrelli che vegliano sulla cripta, svaligiata nel 1957. I pochi oggetti superstiti sono esposti al Museo Nazionale Chao Sam Phraya. Se volete provare ad immaginare come doveva essere questo luogo durante il suo periodo d’oro, non dovrete fare altro che cercare i dettagli e lasciare libero corso alla vostra immaginazione.
Oggi questo sito deve la sua fama al suo prang (lo stupa in stile khmer… e no, non è una battuta di Aldo, Giovanni e Giacomo!), che dopo aver sfidato la tirannia del tempo, si presenta nel suo stato originale.
Wat Phra Si Sanphet
Sebbene questo tempio sia giunto a noi sotto forma di rovina, i suoi tre stupa, incredibilmente conservati, oggi sono il simbolo di Ayutthaya. Antica vestigia della capitale del regno, questo tempio, costruito nel 1448, si trovava inizialmente all’interno del palazzo reale ed era riservato ai soli membri della famiglia. La sua particolarità consisteva in una statua di Buddha alta circa 16 metri e totalmente rivestita d’oro. La statua fu sciolta dopo l’invasione birmana e le rovine sono la sola traccia che resta dei tempi d’oro di questa capitale.
Wat Chai Yai Mongkhon
Uno dei siti più belli di Ayutthaya è senza ombra di dubbio il Wat Chai Yai Mongkhon, un antico monastero, voluto dal re U-Thong nel 1357 per i monaci Pa Kaeo Sez.
Il monastero, tuttavia, non è rimasto indenne all’invasione birmana, cambiando nome numerose volte e assistendo a diverse modifiche dovute a distruzioni e ricostruzioni. Il rifacimento più importante è quello che riguarda l’innalzamento del tempio e il nuovo chedi, come simbolo di vittoria sulla fine dell’invasione birmana.
Il cortile antistante al tempio presenta la fila di statue di Buddha che hanno ispirato numerosi templi del paese. Guardarli da vicino, seppur non siano d’oro, è un vero piacere per gli occhi. I piccoli viaggiatori si divertono a cogliere le differenze tra le statue.
Per accedere al tempio occorre salire una lunga gradinata che offre una vista dall’alto davvero piacevole sull’insieme del sito. Il passeggino dovrà rimanere in basso, ma un marsupio potrebbe essere un valido alleato per sfidare i gradini.
All’interno del sito, si trova una grande statua di Buddha disteso, cui vengono offerti molti doni. La statua sembra essersi mantenuta in ottime condizioni. La leggenda vuole che le monete offerte e appoggiate ai suoi piedi rimangano inspiegabilmente incollate. Provare per credere!
Wat Mahathat
Prima di condividere qualche cenno storico, vorrei segnalare la peculiarità di questo sito. Al suo interno, infatti, si trova un albero nelle cui radici è stata scolpita la testa di Buddha. Questo dettaglio ha suscitato interesse ed ilarità agli occhi di Lilou e Lila, rendendoli attenti e partecipi alla scoperta di quest’area. Per gli adulti, invece, questo rappresenta lo spot più instagrammabile di Ayutthaya.
Il tempio, costruito nel 1374, è stato il più importante del regno perché il sovrano stesso soleva recarsi lì. Il prang centrale è crollato diverse volte, a prescindere dall’invasione birmana, ed è stato spesso ricostruito. Quello che si vede non è altro che l’ultima versione. I pochi tesori superstiti sono esposti al Museo Nazionale Chao Sam Phraya.
Sebbene venga suggerito di visitare questo sito la mattina presto o nel tardo pomeriggio, noi lo abbiamo visitato nelle ore centrali della giornata e, solleone a parte, non lo abbiamo trovato particolarmente affollato. Al contrario, ci siamo concessi una visita serena.
Wiharn Phra Mongkhon Bophit
Se i birmani hanno saccheggiato e distrutto la bellissima Ayutthaya nel suo periodo d’oro, questo tempio è il frutto di un gesto davvero insolito. Nel 1956, l’allora primo ministro birmano offrì una somma ingente per restaurare il tempio, una sorta di gesto di pace per riparare allo storico sciacallaggio.
Il palazzo, che accoglie una statua di Buddha d’oro di circa 12 metri e mezzo, sembra nuovissimo. Questo sorge all’interno di un parco ben curato. Sulla cima delle scale, la vista sulle vicine rovine è davvero piacevole.
L’unico neo, se tale possiamo definirlo, riguarda l’ingresso al parco del tempio che sembra essere sbarrato da barriere basse. Queste in realtà impediscono alle bici di accedervi. Superatele pure, è permesso!
Visitare Ayutthaya con bambini
Non è facile far interessare dei bambini a delle rovine. Ma, se anche i vostri giovani viaggiatori non mancano d’immaginazione, esplorare un luogo pieno di ruderi, di tracce del passato e di dettagli che spingono a chiudere gli occhi e ricostruire a proprio piacimento la storia, è un piacere.
Lilou e Lila sono troppo piccoli per sapere cosa sia la Storia. Nonostante tutto, hanno sentito forte il richiamo di Buddha, divertendosi a riconoscerne i tratti dalle teste o dalle parti di statue superstiti. Si sono lasciati trasportare dalla bellezza, dalla natura e dagli incontri con locals vestiti con gli abiti tradizionali.
Durante il nostro giro abbiamo potuto portare con noi il passeggino (abbiamo lo yoyo), usufruire dei bagni pubblici (pulitissimi, nonostante due difetti: non viene fornita la carta igienica e mancano i fasciatoi per i più piccini). Non è possibile consumare cibo all’interno delle aree archeologiche, ma se i bambini sgranocchiano frutta o piccoli snack è tollerato, purché venga fatto discretamente. Le caffetterie, che offrono pochissimi sandwiches (raramente vegetariani), si trovano nei pressi dei parcheggi o dell’ingresso stesso dei singoli siti.
Se camminare non fa per voi, potete sempre optare per una crociera intorno all’isola che oggi racchiude i diversi siti. Troverete maggiori informazioni sul sito di Ayutthaya Boat & Travel.
Se invece decideste di fermarvi più a lungo, il mercato notturno di Ayuttahaya richiama numerosi turisti e non solo.
Alla luce della nostra esperienza non possiamo fare altro che suggerirvi di visitare questa piccola perla che ricorderà, a chi l’ha già visitata e a chi sogna di vederla un giorno, il sito cambogiano di Siam Reap. Un’immersione totale nella storia di un paese dalla cultura tanto antica quanto affascinante!