Cosa vedere a Copenhagen con un itinerario baby friendly
I paesi scandinavi si distinguono dagli altri paesi europei per l’attenzione particolare rivolta all’infanzia. Questo si traduce in seggioloni disponibili praticamente ovunque, parchi giochi, fasciatoi nei bagni (anche dei ristoranti) e aeree giochi nei musei. Se esitate sulla vostra prossima meta perché avete un bambino piccolo, scegliere un paese scandinavo sarà una certezza.
Dopo aver visitato Stoccolma durante un novembre rigidissimo, c’eravamo ripromessi di visitare gli altri paesi durante una stagione più clemente e, possibilmente, con prole a seguito. Viaggiando con un bambino di 18 mesi, abbiamo preferito andare a Copenhagen in estate. Per fare un esempio concreto: ad agosto le temperature oscillano tra i 14 e i 26 gradi. Ecco cosa vedere a Copenhagen in quattro giorni.
Dove dormire
Personalmente ho sempre preferito gli airbnb, non solo per poter risparmiare, ma specialmente per la possibilità d’incontrare le persone che vivono in loco. I loro consigli sono sempre più interessanti, meno legati ad una logica puramente commerciale, e consentono di vivere un viaggio in modo più naturale. Da quando sono diventata mamma, apprezzo ancora di più questo genere di sistemazione, che permette di far fronte alle esigenze di Lilou.
Tuttavia, avendo letteralmente improvvisato questo viaggio, abbiamo deciso di sperimentare un hotel per la prima volta. Tra i pochi ancora disponibili e dal budget non sproporzionato, abbiamo scelto il Cabinn Express.
Sebbene la sua posizione sia strategica, le mini camere ricordano un po’ gli alberghi giapponesi, dove essenzialità e funzionalità si concentrano in pochissimi metri quadri. L’unica pecca della nostra stanza, sempre pulitissima, è stata la presenza di un terzo letto sospeso, proprio sopra il letto matrimoniale. Impossibile fare dormire un bébé lassù. E ancora il letto matrimoniale, leggermente più piccolo di quello francese, è inadatto per tre persone.
Se preferite girare cammiando quanto più possibile (avendo a disposizione un passeggino in caso di piccoli accompagnatori) vi suggerisco di cercare una sistemazione quanto più prossima al centro possibile. Una posizione strategica sarà fondamentale per capire come muoversi e cosa vedere a Copenhagen in quattro giorni.
Itinerari
Premessa: noi amiamo camminare, non abbiamo l’automobile e spostarci a piedi è una cosa normale. Rispetto a Parigi, le distanze nella capitale danese non sono enormi. Ecco cosa vedere a Copenhagen in quattro giorni.
Giorno Uno
Dal nostro albergo abbiamo raggiunto a piedi la Rådhuspladsen, punto di partenza del nostro primo giro.
Da qui abbiamo imboccato Strøget, la via dello shopping, con l’intento di percorrerla tutta per raggiungere Nyhavn.
Percorrendola abbiamo raggiunto la piazza più grande della città, Kongens Nytorv, su cui si affacciano il Kongelige Teater (il teatro reale danese) il Kunsthal Charlottenborg (Una galleria d’arte moderna realizzata in una parte dell’omonimo castello) e la grande ancora che segna l’inizio di Nyhavn.
Sebbene il suo nome significhi “porto nuovo”, Nyhavn è il porto più antico della città. Le facciate colorate degli edifici che vi si affacciano sono diventate uno dei tratti distintivi della capitale danese.
Vicini all’ora di pranzo, ci siamo concessi una sosta al ristorante Cap Horn, dove per circa 200 corone abbiamo potuto degustare i buonissimi Smørrebrød danesi. Si tratta di tartine di pane di segale riccamente condite in versione vegetariana o meno. Il ristorante è kids friendly: non solo hanno degli adattatori per sedie per i più piccini, ma oltre ad un menù a loro dedicato, offrono matite e disegni da colorare.
Dopo pranzo abbiamo proseguito la nostra passeggiata risalendo il porto, attraversando il ponte Inderhavnsbroen che costeggia lo Skuespilhuset (teatro di prosa), siamo giunti al Broens Gadekøkken, una zona dedicata allo street food che sorge sull’isolotto di fronte al vecchio Street Food District. Qui la scelta è ampia e, attenzione, cash free… si paga solo con bancomat o carta di credito!
Contenti di questa scoperta, abbiamo deciso di proseguire per raggiungere l’ormai vicina Christiania. Volevamo vedere questa “città libera” di cui avevamo tanto sentito parlare, pur avendo un bambino piccolo.
Sulla strada del ritorno abbiamo deciso di fermarci nella zona dello street food, decisamente più economica dei ristoranti. Con grande sorpresa abbiamo trovato del cibo anche per Lilou: un orzotto ai funghi, che ha divorato con piacere! Dopo cena, la nostra passeggiata ha riattraversato il centro pedonale, per riportarci in hotel, soddisfatti della nostra prima giornata.
Giorno Due
La nostra giornata è partita nuovamente dalla piazza Rådhuspladsen, imboccando la via Strøget, dove avevamo adocchiato una Konditori (pasticceria) molto invitante. Per fare colazione abbiamo scelto dunque la LAGKAGEHEUSET, dove oltre alle degustazioni delle paste, è possibile sorseggiare un caffé o un milkshake nella saletta interna. Sedotta dalla cannella, non ho resistito al richiamo delle paste danesi.
Dopo una lauta colazione, ci siamo diretti nuovamente a Nyhavn per prendere un battello. Al posto di fare il giro di un’ora canonico, abbiamo optato per la soluzione Hop On, Hop Off (ovvero salire e scendere ovunque volessimo). Per risparmiare abbiamo preso un biglietto cumulativo del battello e dell’ingresso al Tivoli Garden.
Prima tappa REFFEN, il nuovo mercato dello street food che ha sostituito il vecchio street food district. In un’ex zona industriale sorge questo villaggio di Food Trucks dove poter assaggiare piatti di cucina danese ed etnica, ma attenzion è vietato portare del cibo da casa (eccetto che per i bambini). Anche questo luogo è cash free! Servizi igienici e aeree relax lo rendono molto ospitale per le famiglie. Qualche bottega di artigianato fa parte del village.
Seconda tappa: la Sirenetta. Dopo aver ammirato la malinconica statua del celebre personaggio di Andeersen, ci siamo diretti al Kastelet, una struttura militare che sorge su un’isolotto artificiale a forma di stella. Con un pizzico di fortuna abbiamo assistito alle prove del cambio della guardia.
Terza Tappa: DAC/BLOX. Alle spalle del Black Diamond, edificio multiculturale, che ospita una biblioteca, una sala concerti al suo interno, si trova l’imbarcadero. Da li’ è iniziata la nostra passeggiata alla scoperta dell’isolotto Slotsholmen.
Qui abbiamo potuto ammirare la Børsen, una bellissima guglia a spirale, l’Holmens Kirke, il Christianborg Slot (il Palazzo reale) e il Thorvaldsens Museum (gratuito ogni mercoledì!). Abbiamo proseguito dunque sul ponte costeggiando il National Museet, poi il Københavns Museum per sbucare davanti alla Ny Carlsberg Glyptotek e quindi davanti ad uno degli ingressi del Tivoli Garden, dove abbiamo trascorso parte del tardo pomeriggio e della serata.
Consigli utili per Tivoli: noi non abbiamo acquistato il biglietto con accesso a tutte le attrazioni perché nostro figlio di 18 mesi non ne avrebbe usufruito. Per i piccolissimi le attrazioni interessanti sono poche: il trenino, il carosello, la pista delle automobiline e la casa delle favole. E’ possibile acquistare sul posto dei biglietti, ognuno costa 30 corone. Attenzione: anche i genitori che accompagnano i bimbetti pagano il biglietto d’entrata.
Prevede del cibo (pappe riscaldibili o cibo da acquistare in uno dei supermercati vicini), non sempre si trova del cibo adeguato ai piccolissimi all’interno del parco. Lilou ha cenato con un toast. Se voleste passare l’intera giornata in questo parco, sappiate che è possibile (e piacevole) farlo. Un’area del parco è adibita a parco giochi (senza biglietti d’accesso)e permetterà ai più piccoli di divertirsi. Numerosi spazi verdi dove riposare sono presenti in tutto il giardino. Intorno alle 22h45 ha luogo uno spettacolo di luci che anticipa la chiusura.
Giorno Tre
Se c’è una cosa da fare a Copenhagen in quattro giorni è la scoperta di luoghi particolari. Partendo dalla solita piazza piazza Rådhuspladsen, abbiamo deciso di andare a fare colazione al Paludan Bogcafé, una sorta di café letterario che si trova non lontano dalla via Strøget, nonché in prossimità dell’università. Il café è baby friendly: seggioloni e fasciatoio per il cambio sono a disposizione dei clienti.
Si ordina al bancone della caffetteria per colazioni o pause veloci. Anche se è possibile pranzare e cenare con piatti che rispettano particolari regimi alimentari (vegan, vegetariano, senza lattosio e senza glutine). Una volta rifocillati, ci siamo diretti alla Rundetårn (la torre circolare) per godere di una vista sulla città dall’alto senza eguali. La torre non ha gradini al suo interno. Tuttavia, alla cassa, non siamo stati informati del fatto che in cima ci fossero due rampe di scale, e, in particolar modo, avremmo dovuto lasciare il passeggino incustodito prima di accedere al tetto. Il belvedere è ben protetto da una spessa rete metallica, distante circa un metro dal reale parapetto della terrazza.
Una volta scesi, abbiamo imboccato la via Klareboderne Møntergade per dirigerci al Rosenborg Slot (castello), nel cui parco è possibile fare dei pic nic o oziare. Qui abbiamo assistito ad un allenamento della fanfara militare.
Abbiamo dunque proseguito in direzione del vicinissimo Botanisk Have, nella speranza di visitare la serra delle Farfalle, purtroppo chiusa.
Per pranzare ci siamo diretti al mercato della città Torvehallerne, dove abbiamo potuto concederci un pasto leggero con prodotti locali e freschi. Anche qui, come nelle aree di street food, la scelta è importante. Dei servizi igienici, comprensivi di fasciatoi, sono presenti nelle immediate vicinanze del mercato.
Nel pomeriggio ci siamo concessi qualche ora di shopping prima sulla via Cøbmager Garde, per poi proseguire sulla via Strøget, con una pausa in un parco giochi nei pressi del nostro albergo, dove Lilou ha sperimentato per la prima volta un trampolino.
Di sera abbiamo cenato al bistrot la Kitchenette, che propone piatti europei. Consigliatissimo!
Giorno Quattro
Ultimo giorno nella capitale danese. E, per non venire meno alle nostre nuove abitudini, siamo tornati a far colazione alla pasticceria LAGKAGEHEUSET, concedendoci un giretto sulla via Strøget, prima di tornare a recuperare la valigia in albergo.
A questo punto, presa la metropolitana, ci siamo diretti all’Acquario (metro linea 2, fermata Kastrup). L’acquario non è enorme, ma offre tante attività che assorbono tempo ed energie: le zone in cui poter accarezzare i pesci, un parco giochi all’aperto, uno al coperto e un’area ristoro a ridosso del mare, dove sostare è un piacere. Si potrebbe tranquillamente trascorrere una giornata intera all’acquario, prevedendo un costume da bagno per i piccoli, qualora si volesse trascorrere molto tempo nel parco giochi all’aperto. Noi abbiamo approfittato del pisolino di Lilou per godere di un po’ di sole, prima di riprendere il giro dell’acquario.
Vicinissimo all’aeroporto, questo è raggiungibile con l’autobus 5C o con la metropolina (una sola fermata, linea 2, fino al capolinea). Per noi è stata una soluzione interessante nell’attesa che si facesse sera per rientrare a casa.
Vi abbiamo svelato cosa vedere a Copenhagen in quattro giorni. Se voleste risparmiare un po’ durante il vostro soggiorno, noi abbiamo sperimentato qualche astuzia, che potrete consultare qui.
Buon viaggio!