Piccoli tesori siciliani
Scommetto che non tutti abbiano sentito parlare dell’orecchio di Dioniso di Siracusa. Prima di parlarvene occorre fare una premessa.
Il mio amore per la cultura greca è nato quando andavo alle scuole elementari. O forse prima. In una libreria di casa, avevo scovato un vecchio libro di mia madre, una sorta di enciclopedia sulla mitologia greca, che usava per rispolverare i miti durante il liceo. Seppur non avesse figure, quel libro aveva presto fatto breccia nel mio cuore: ai miei occhi di bambina si trattava di una raccolta di storie.
Crescendo ho scoperto di essere nata in una delle terre considerate Magna Grecia, ovvero le colonie greche che sorgevano sul mediterraneo. La Sicilia porta i segni della dominazione greca, sparsi su tutta l’isola. Teatri, templi e aeree archeologiche richiamano viaggiatori ogni anno, ma io vorrei parlarvi di un luogo speciale, passato alla storia per essere stato sfruttato a vantaggio del tiranno di Siracusa, l’orecchio di Dionisio.
Chi era Dionisio?
Se state pensando al dio dell’ebbrezza e della sregolatezza, figlio di Zeus e Semele, nato da una doppia gestazione ed invocato durante i riti dionisiaci, resi celebri nell’immaginario collettivo, dalle Baccanti, siete fuori strada. Sebbene il nome sia molto simile, Dionisio I ( conosciuto ai più come Dionigi) era in realtà un tiranno, nonché un abile stratega militare, nato nel 432 a. C, che riuscì ad instaurare una tirannide, ribaltando la sorte della democrazia che vigeva a Siracusa.
Ma non è tutto, Dionisio partecipò alle guerre puniche, guidando l’esercito di Siracusa. Ed è proprio in questo periodo che la storia del suo orecchio assume un interesse senza uguali.
L’Orecchio di Dionisio
All’interno dell’attuale area archeologica di Siracusa, chiamata Neapolis (dal greco: città nuova), quella che richiama un gran numero di viaggiatori per il suo teatro e per il festival annuale di teatro greco, si trova l’orecchio di Dionisio. Questo altro non è che una caverna artificiale, scavata all’interno di un’antica cava di pietra. Si tratta di un’insenatura di circa 23 metri d’altezza, larga circa 5 metri, che si sviluppa in profondità per 65 metri. La sua conformazione rende questo luogo una cassa di risonanza naturale.
La leggenda più conosciuta
Sebbene l’eco che risuona all’interno della grotta sia stupefacente – anche sibili e bisbigli verranno amplificati! – la leggenda vuole che Dionisio abbia utilizzato l’orecchio a suo vantaggio.
Lo storico greco Diodoro Siculo, che visse 300 anni dopo il celebre tiranno, ne testimonia la passione per la scrittura. Oltre ad essere un grande stratega e generale, Dionisio era infatti un commediografo. Tuttavia, le cronache storiche riportano un fatto: pare che durante un banchetto il poeta Filosseno avesse criticato le abilità del tiranno. Questi, accusandolo di invidia, decise di farlo rinchiudere all’interno della grotta.
Durante la sua prigionia, il poeta declamò versi, che furono proposti dal tiranno durante un banchetto successivo. Davanti a questo episodio, Filosseno non proferì parola, accettando successivamente di farsi richiundere nella grotta per fornire nuovi versi al tiranno. Durante la sua prigionia in questo luogo, Filosseno scrisse una delle sue opere più importanti, Il Ciclope.
L’importanza storica
Un’altra leggenda è passata alla storia. Mettendo in luce la grande capacità militare e la profonda conoscenza dell’animo umano da parte di Dionisio, questa è legata all’attività di spionaggio.
Pare infatti che il tiranno fosse solido rinchiudere nella grotta i suoi principali nemici, specialmente gli oppositori, origliando tramite un piccolo canale, riuscì a smascherare numerosi intrighi, complotti e colpi di stato.
Un aneddoto
Ben presto l’Orecchio di Dionisio si trasformò in una vera e propria attrazione che ha richiamato viaggiatori e artisti da tutto il mondo. Tra questi, il celebre pittore italiano, Caravaggio visitò la grotta nel 1608, accompagnato dallo storico Vincenzo Mirabella.
L’Orecchio e le rappresentazioni teatrali
La grotta, come è già stato accennato precedentemente, si trova in promissità del Teatro Greco. Questo permetteva di utilizzare questa cassa di risonanza per le rappresentazioni di tragedie e commedie. Nelle tragedie, in particolar modo, era prevista la presenza del coro, un personaggio a tutti gli effetti che rappresentava il popolo. La sua caratteristica era quella di essere costituito da una pluralità di voci e di persone, che recitando all’unisono, esprimevano dei punti di vista collettivi.
Per ottenere un effetto sorpresa, l’Orecchio di Dionisio veniva sfruttato nella messa in scena: recitando all’interno della grotta, la voce del coro veniva amplificata, diffondendosi alle spalle del pubblico. Questo, incapace di indovinarne la provenienza, restava sbalordito.
Se l’esperienza di assistere ad una tragegia o ad una commedia greca vi tentasse, non esitate a consultare il sito dell’INDA. Assistere a questi spettacoli è molto suggestivo, seppur la messa in scena è spesso una reinterpretazione contemporanea. In genere, nei cast spiccano grandi nomi del teatro italiano. Attenzione: si tratta di rappresentazioni molto lunghe, la cui durata sfiora le quattro ore. Prevedete acqua, crema solare ed un cuscino per poter restar a lungo sui gradini!
La cultura greca in Sicilia
Visitare l’Orecchio di Dionisio, durante un viaggio in Sicilia all’ insegna del turismo di prossimità, potrebbe essere una buona ragione per (ri)scoprire la cultura greca, facendo un viaggio nel tempo e constatando come il nostro territorio sia stato spesso ospitale con culture straniere.
Le tracce della cultura greca sono alla base di un itinerario che potrebbe portarvi alla scoperta dell’Isola, senza far rimpiangere la mancata vacanza dall’altra parte del Mediterraneo, nella terra madre della cultura occidentale, la Grecia.
Quanto a me, ho lasciato che quel libro sulla mitologia greca mi accompagnasse per tantissimi anni, influenzando anche i miei studi, i miei viaggi, i miei interessi e l’amore per il teatro.
Lasciarsi sorprendere è la parola d’ordine di un’estate che sarà tutt’altro che ordinaria!