La riapertura delle frontiere: destinazioni europee per quest’estate?
La pandemia di questi mesi non ha avuto ripercussioni solo sul settore turistico, ma ha avuto un impatto negativo anche sulle famiglie expat all’estero. Dover rinunciare a rivedere i propri cari è stato un esercizio, per noi, come per molti altri, lungo e faticoso. Abbiamo iniziato a nutrirci di videochiamate, cercando di interpretare il linguaggio del corpo delle nostre famiglie lontane, attraverso lo schermo di uno smartphone, per capire se tutto andasse realmente bene o meno. Eppure, nel giro di pochi giorni, ecco che un decreto ministeriale cambierà tutto: annunciando non solo la ripertura delle frontiere ma anche la volontà di rilanciare quel mercato, che forse più di tutti, ha subito l’impatto di questo tempo sospeso, il turismo.
Cosa succederà nei prossimi giorni?
Il 3 giugno le frontiere italiane riapriranno, questo è l’unico dato certo di cui siamo tutti a conoscenza. Questo significa che potremo ricominciare a viaggiare da quella data? Probabilmente si, qualora si optasse per un turismo di prossimità, che valorizza borghi, cammini e località nostrane. Perché – c’è un perché che rovina le cose – pensare di superare le frontiere italiane già dai primi giugno potrebbe essere un problema: non tutti gli stati europei apriranno le proprie frontiere contemporaneamente!
Le frontiere francesi ad esempio, come quelle di altri paesi europei, riapriranno solo il 15 giugno. Il che significa che prima di quella data qualora si decidesse di viaggiare occorrerà non solo essere muniti di una certificazione di viaggio speciale, ma anche di una motivazione valida. Qualche settimana fà, avevamo rinunciato alla possibilità di vedere le nostre famiglie, terrorrizzati dall’idea di dover trascorrere quindici giorni di quaratena in hotel, prima di poter vedere – ma non abbracciare! – le nostre famiglie. Il famoso decreto ministeriale italiano salva-turismo ha cambiato nuovamente le carte in gioco: per favorire l’afflusso turistico dall’estero l’obbligo di quarantena è stato soppresso. Questo riaccende la speranza di poter rivedere le nostre famiglie, almeno nel nostro caso.
Volare o non volare, questo è il dilemma
Le compagnie aeree stanno finalmente distribuendo i voucher dei biglietti aerei persi a causa della pandemia. Mentre alcune hanno saggiamente deciso di silenziare la propria strategia di marketing per non rischiare di tartassare i poveri clienti, atterriti da un contesto più grande di loro, aspettando tempi migliori; altre compagnie hanno cercato di racimolare fondi (di sopravvivenza) tempestando i malcapitati clienti di mail e newsletter per spingerli ad azzardare. Al grido di compra oggi per pochi euro, potrai modificare il tuo biglietto per un anno, molte hanno cercare di tentare ed insidiare i viaggiatori spingendoli a scommettere sul futuro.
Sebbene una scommessa di pochi euro sia una grande tentazione – chi non ha mai scommesso negli scorsi anni su voli a pochi euro? – le norme di sicurezza da adottare in volo – così come in treno – non sono ancora chiare. Qualora foste amanti del rischio, sappiate che è possibile che queste norme vengano rese note alla vigilia della riapertura delle frontiere. Ultimamente si paventa sempre più spesso l’ipotesi di diminuire il numero dei posti in aereo lasciando sistematicamente libero quello centrale. Secosì fosse, potremmo vedere letteralmente impennarsi i prezzi dei biglietti aerei nei prossimi giorni.
Personalmente, ho la sensazione che molti viaggiatori aspettino quel briciolo di certezza che li spinga a programmare un viaggio, possibilmente all’estero. Ma se norme di sicurezza di questo tipo entrassero in vigore nelle prossime settimane questo significherebbe una cosa: la fine dei viaggi low cost accessibili a tutti.
L’alternativa per approfittare della riapertura delle frontiere
Ci abbiamo pensato anche noi, non lo nego. Se il viaggio non fosse così lungo e macchinoso, saremmo stati pronti ad affittare un’auto per trascorrere qualche giorno in compagnia delle nostre famiglie. La nostalgia è una brutta bestia, integrata alla nostra vita da expat, ma il non potersi ricongiungere in questi tempi difficili aumenta le nostre fragilità.
I viaggi in auto (o in Camper) sono davvero un’alternativa a quest’estate particolare? Probabilmente sì, se voleste mantere i contatti al minimo. Di certo, occorrerà privilegiare strutture in cui alloggiare che garantiscano degli standard di sanificazione e procedure di sicurezza per poter viaggiare in tutta serenità.
Perché abbiamo bisogno di viaggiare?
Che le vostre mura domestiche siano diventate in questi mesi un luogo confortante o una prigione che toglie fiato e serenità, poco importa. L’idea di evadere, di allontanarsi, di rigenerarsi altrove, è fondamentale per non rischiare di sviluppare una relazione insana con la propria casa. Fare una pausa, allontanarsi, cambiare aria è forse quel poco che servirebbe per sanare le ferite di questo periodo, a prescindere dalla riapertura delle frontiere.
Il mondo si è fermato e ne abbiamo ammirata la bellezza tramite le numerose webcam in giro per il mondo che hanno immortalato momenti speciali in cui la natura si è reimpossessata di ogni spazio. Abituati alla frenesia, abbiamo sviluppato una fame di mondo, una fame di viaggi, ancora più grande di quell’attacco adrenalinico che ci spinge a programmare viaggi lontani per stare bene. Viaggiare non significa solo spostarsi, ma nutrirsi in qualche modo. Ed è di quel nutrimento, alimentato dai cinque sensi, di cui sentiamo la mancanza e l’impellente bisogno.
Eppure le condizioni per viaggiare in sicurezza, senza mettere a repentaglio la nostra salute, sembrano non ancora chiare. I prossimi giorni saranno decisivi per cercare di rassicurare viaggiatori, potenziali clienti di strutture di ricezione e compagnie di trasporti, della sicurezza dei servizi offerti. Nell’estate della riapertura delle frontiere la questione è una sola: rischiare o non rischiare?
E voi, siete già sugli starting block o aspettate prudentemente notizie più chiare?