La strada verso Vik.
Il sud est dell’Islanda è sicuramente la parte del paese che vi permetterà di fare un’immersione nel panorama naturalistico dell’isola. In particolare, le cascate rappresentano delle tappe imperdibili se state progettando un road trip all’interno del paese. Lasciata la Capitale Reykiavik ed imboccato il celebre Ring, la statale che attraversa tutta l’isola a forma di anello, avanzando in direzione di Vik, le soste da non perdere sono diverse. Tutte programmabili all’interno della stessa giornata con un paio di accortezze: partire presto e prevedere un pranzo a sacco.
Prima tappa: Skógafoss
Prima delle imperdibili cascate del sud est dell’Islanda è Skógafoss, il cui nome trae origine dalla località Skógar in cui si trova e dal nome del fiume che l’alimenta, lo Skógàa, e la parola foss che, in islandese, significa la cascata.
Arrivando dal parcheggio si viene rapiti immediatamente dalla maestosità di questa cascata. La particolarità del parcheggio, consiste nel fatto che sia un’aerea in cui è possibile campeggiare. Con tenda, un camper o un furgoncino, lo stazionamento è gratuito, mentre l’uso dei bagni e delle docce è a pagamento (le cifre richieste sono davvero basse).
La visita è ideale per chi gira il paese in compagnia di bambini. Il nostro dueenne ha apprezzato molto la piccola camminata, su una superficie piana, che permette di raggiungere la cascata e osservare da vicino il maestoso getto d’acqua.
Si narra che un vichingo abbia nascosto un tesoro dietro la cascata e che solo un fortunato riuscì a trovarlo, ma il forziere che lo conteneva andò perso durante il trasporto. Non è un caso che la leggenda voglia che chiunque si bagni nelle acque della cascata – e bagnarsi è davvero semplice! – possa ritrovare un oggetto caro perso da tempo.
Seconda tappa: Seljalandfoss
Non molto distante da Skógafoss, si trova la seconda delle imperdibili cascate del sud est dell’Islanda, Seljandfoss. Il suo nome deriva da quello del fiume che l’alimenta, Seljalandsá, il fiume liquido. Come la precedente, anche questa cascata era un tempo una scogliera la cui posizione si è modificata grazie alle terre emerse e all’allontanamento dal mare.
Visibile dal parcheggio, dove troverete un punto ristoro, un piccolo negozio di artigianato locale e dei bagni riscaldati – un lusso! -, la maestosità del getto d’acqua che cade per circa sessanta metri saprà impressionarvi.
Se viaggiate con bambini molto piccoli occorrerà prevedere degli abiti idrorepellenti ed un marsupio. Noi siamo riusciti ad affrontare la visita della cascata e dell’area naturalistica in cui si trova con un bambino di due anni, vestito con abiti idonei a questo trekking. La particolarità della cascata consiste nella possibilità di poter girare dietro il getto d’acqua.
Il trekking non è estremamente impegnativo: persone di ogni età si cimentano nel risalire un fianco – grazie ad una pratica scala in legno- godere del panorama che offre l’interno della cascata e riscendere dall’altro fianco. La parte interna ha un pavimento scosceso, irregolare e scivoloso. In alcune occasioni il Papà ha dovuto farsi carico del nostro piccolo che faticava ad avanzare da solo. La parte complicata è breve.
Seconda tappa parte due: l’area naturalistica
In molti dopo aver affrontato il breve trekking per girare dietro Seljalandfoss, si dirigono verso il parcheggio. Tuttavia l’area naturalistica in cui si trova questa cascata riserva delle sorprese da non perdere. Se non voleste perdere la bellezza di altre cascate del sud est dell’Islanda, proseguite il trekking dirigendovi alla vostra destra. Il sentiero è spazioso e con poche pendenze, ideale per i più piccoli.
La prima sorpresa è una cascata che sgorga dalla montagna. Meno maestosa della precedente, questa disegna un rivolo vigoroso sul fianco della montagna. Non fermatevi, non avete visto tutto!
Proseguite il cammino, arrivando al limitare di un ruscello. Qui arriva il bello: avvicinatevi all’insenatura all’interno della roccia, senza spaventarvi della grande quantità d’acqua che prenderete. All’interno della montagna si nasconde infatti una cascata segreta, Gljúfurárfoss. Difficile da raggiungere con un bambino piccolo, da genitori curiosi quali siamo, abbiamo deciso di visitarla a turno anche perché per evitare di avere i piedi zuppi, per accedere occorre spostarsi di sasso in sasso in un contesto dove la quantità di luce non è enorme. Lo spettacolo, tuttavia, è assicurato.
Visitato questo piccolo gioiello delle cascate del sud est dell’Islanda potrete ritornare al parcheggio.
Terza tappa: La penisola di Dyrhólaey
Il nome potrebbe di questa zona potrebbe ricordare una località irlandese, ma questa tappa del sud est dell’Islanda offre una vista mozzafiato sul mare.
Dal parcheggio, con bagni modernissimi annessi, è possibile raggiungere a piedi e gratuitamente questo piccolo promontorio da cui osservare la spiaggia nera di Vík, i suoi faraglioni e la grande scogliera. Una breve passeggiata, adatta anche ai più piccini, che permette di rigenerare occhi e mente con un panorama naturalistico davvero incredibile.
Una sosta in quest’aerea può durare circa trenta minuti se aveste fretta di raggiungere la Diamond beach. Se il tempo è dalla vostra parte, godetevi il paesaggio e approfittate di questo angolo di natura. Essendo una zona esposta alle correnti prevedete un cappello e una giacca antivento.
Tappa quattro: Diamond Beach
La tappa successiva di questo giro nel sud est dell’Islanda è la Diamond Beach. Il suo nome deriva dalle rocce di basalto, scolpite dal vento, che sembrano appunto dei diamanti neri. La spiaggia, che non presenta sabbia ma ciottoli, è enorme e offre una vista privilegiata sui faraglioni.
Il parcheggio offre la possibilità di fare una sosta in un ristorante con bagni annessi e di raggiungere rapidamente i punti panoramici più belli. Una breve passeggiata per i più piccini che rischiano di stancarsi facilmente, ma lo spettacolo della natura è un incanto garantito: il nostro Lilou non voleva più andare via.
L’Islanda è tutta da scoprire
La bellezza di questo paese non si ferma alla penisola di Keflavik o al Circolo d’Oro, lasciando la Capitale per imboccare il Ring si aprono nuovi paesaggi tutti da scoprire. Il sud est dell’Islanda è una sorpresa continua che saprà lasciare ogni viaggiatore, a prescindere dalla sua età, senza parole. Senza dubbio, l’aver visitato questo paese nel 2020 ha reso questo viaggio speciale, grazie all’assenza del turismo di massa. Noi ci siamo innamorati della natura, delle cascate e della maestosità di questi luoghi.
Sei riuscita a portarmi con te in questi posti da sogno, e in questo periodo non è poco! Conoscevo di nome la Skógafoss, ma non la Seljandfoss. La penisola di Dyrhólaey non ha solo il nome che sembra irlandese, ma anche il paesaggio! Sai che nella foto di Diamond Beach quelle rocce mi ricordano tantissimo la Giant’s Causeway?
Silvia non so davvero come ringraziarti per le tue parole che, lo ammetto, mi hanno scaldato il cuore in questa giornata grigia di lockdown! Sono felice che un semplice post ti abbia trasportata altrove e fatto trovare assonanze – che ho visto anche io! – con la bellissima terra d’Irlanda! Due isole, due paesi, dai paesaggi non troppo distanti e dalla cultura nordica estremamente affine, ho avuto perennemente l’impressione di trovarmi in entrambi i posti!