La prima volta che ho percepito qualcosa che non andava mi trovavo in métro, sulla linea 6 per la precisione, quella che diventa “aerea” come dicono i parigini e permette di vedere la Senna e la Tour Eiffel. Stavo andando a casa di amici, quando ad un tratto le gambe hanno iniziato a tremarmi e lo stomaco a bruciarmi. Quel lungo viaggio dalla rive droite alla rive gauche mi è costato una fatica che non conoscevo. Solo una settimana dopo ho capito di essere incinta e che quegli episodi strani altro non erano che segnali che io non sapevo ancora leggere. Che si prenda un métro, un treno o un aereo il problema del malessere per le future mamme esiste. Come gestire le nausee in viaggio?
La gravidanza non è una malattia
La prima cosa che mi ha detto il medico, ribadita da ginecologi e ostretiche incontrati durante i miei nove mesi di attesa, è stata una frase semplice: la gravidanza non è una malattia. Occorre rispettare il proprio corpo, ma lentezza crescente a parte, questo non obbliga le future madri a vivere a letto la loro attesa. Durante la gravidanza è possibile fare numerosissime cose: lavorare ( a meno che non si abbia una professione a rischio, sapendo che in Francia il personale sanitario non viene fermato d’ufficio come in Italia), passeggiare, vivere la propria vita normalmente, viaggiare…
Questa premessa mi è stata d’aiuto per poter affrontare grandi e piccole sfide della vita, consapevole di avere un ospite desiderato nel mio grembo. Tuttavia, il primo trimestre è stato particolarmente duro, perché a movimentare le mie giornate c’erano loro, le nausee, che, a dirla tutta, si manifestavano in qualunque momento della giornata.
Da futura mamma inesperta, qual’ero, ho chiesto suggerimenti ad altre neomamme, le cui esperienze erano vicine alla mia, per raccogliere i loro segreti e cercare la giusta strategia che mi permettesse di sopravvivere ai mesi iniziali.
I trasporti pubblici
Vivendo a Parigi in cui la rete metropolitana funziona piuttosto bene, non ho mai sentito l’esigenza di acquistare un’auto. Durante la gravidanza lavoravo vicino casa, quindi i miei spostamenti erano limitati a poche fermate di autobus.
I mezzi pubblici hanno l’insano potere di mettere a dura prova tutti i sensi delle future mamme: l’odorato, che generalmente si acuisce neanche fossimo dei segugi, è sollecitato costantemente – specialmente in estate! – io percepivo tutto: dal sudore all’odore di cibo e sigaretta sui vestiti; il movimento, specialmente se si viaggia in piedi, favorisce le nausee ed in alcuni casi anche la loro più infelice conseguenza.
Durante il primo trimeste la pancia, segno distintivo della maternità, è invisibile. La gente non cede facilmente il posto a sedere e le future mamme, probabilmente intimidite dal fatto di attraversare una delle fasi più delicate, non chiedono neanche questa gentilezza. Eppure, è proprio durante il periodo delle nausee che avremmo bisogno di stare sedute, per non mettere il nostro corpo in tensione e non attraversare stati d’ansia. E allora, come fare?
La mia personalissima conclusione è stata una : smettere di fare colazione prima di uscire di casa. In ogni caso caffé e thé mi davano fastidio, la rinuncia non è stata enorme. A darmi un po’ di sollievo, specialmente quando prendevo i mezzi, erano i braccialetti antinausea per i viaggiatori, quelli che attraverso la digitopressione su entrambi i polsi alleviano leggermente le sofferenze. Il problema era il dovermi nascondere costantemente dal momento che a lavoro nessuno sapeva che fossi incinta.
Un’amica mi aveva suggerito di tenere a portata di mano un sacchetto, qualora le nausee fossero degenerate in altro. Questa soluzione mi è stata particolarmente utile in diverse circostanze!
A placare la mia nausea hanno contribuito le limonate amare e i carboidrati: pane, gallette di riso, crackers… mi restituivano la forza con un solo morso. Non ho mai mangiato sui mezzi, l’ho sempre fatto fuori, dopo aver respirato a lungo, nel timore di poter dare spettacolo, mio malgrado.
Volare durante il primo trimestre
La prima volta in cui ho viaggiato in gravidanza ero incinta di poco più di due mesi. La pancia era invisibile ad occhio nudo ed il periodo delle nausee era all’apice della sua forma. Durante i primi tre mesi ho mangiato veramente poco specialmente perché avevo la sensazione che il mio corpo non riuscisse a tollerare alcuna forma di cibo.
Quel primo viaggio, non solo lo feci da sola, ma anche nelle peggiori condizioni per una donna incinta: avendo acquistato i miei voli molto tempo prima, avevo scelto l’aeroporto più lontano, che prevedeva uno spostamento in navetta di un’ora e mezza per raggiungerlo, oltre ai 50 minuti di métro per raggiungere la stazione delle navette e l’attesa in aeroporto prima del volo. In pratica, avevo accumulato, senza volerlo, ore di attesa in un contesto che generava davvero tantissima ansia.
Non avevo reso noto il fatto di essere incinta e non avevo voglia di giustificarmi con estranei, cosa che mi ha spinta a digiunare del tutto. Avevo talmente paura di provocare le mie nausee – ben presenti durante il viaggio – che ho deciso di evitare qualunque stimolo. Per limitare le lunghe attese, ho deciso di recarmi in aeroporto in taxi condiviso. Certo, è stata una spesa un po’ esosa, ma ne è valsa la pena perché quando ci siamo diretti all’aeroporto di Beauvais ero l’unico passeggero a bordo e l’autista è stato talmente gentile da permettermi di prendere una boccata d’aria, consentendomi una piccola sosta, durante un momento di malessere. Questo mi ha permesso di gestire le nausee in viaggio.
In aereo
Le politiche aeroportuali sulla gestione delle donne incinte sono state una vera e propria delusione. Finché il pancione è invisibile è come se la gravidanza non esistesse. Non esistono accessi prioritari, né trattamenti di favore, specialmente con le compagnie low cost. E forse non prendere posto per prime è un bene dal momento che sgranchirsi le gambe e approfittare delle toilettes fino all’ultimo potrebbe essere una risorsa. Sicuramente, una volta in aereo, mi sono scontrata con una dura realtà: le compagnie lowcost non solo non distribuivano più sacchetti antivomito, ma, in alcuni casi, avevano proprio eliminato la tasca in cui in genere si trova la rivista di bordo, il catalogo del bar e il sacchetto in questione. Ricordo di aver accennato all’hostess della mia gravidanza timidamente e che lei, gentilissima, mi aveva fornito l’unico sacchetto di plastica che era riuscita a recuperare.
Una delle costanti dei miei viaggi in aereo in gravidanza è stata una bottiglia d’acqua a portata di mano per reidratarmi costantemente. Anche l’acqua ha contribuito a placare le nausee in diversi contesti. Se non avessi calcolato male la quantità di sacchi da tenere a portata di mano, sicuramente, avrei vissuto il viaggio con meno stress.
Nonostante il volo fosse stato particolarmente sereno, le poche turbolenze avevano contribuito ad aumentare le nausee continue. I miei vicini, una coppia anziana francese, ha sgranocchiato cibo durante tutto il volo. Inutile sottolineare come gli odori delle uova sode che sbucciavano al mio fianco mi avessero infastidita.
Ecco allora come i compagni di viaggio possono in qualche modo contribuire a rendere più o meno piacevole un volo e più o meno complicato gestire le nausee in viaggio.
Astuzie
Questa prima esperienza è stata tuttavia estremamente utile perché mi ha permesso di affrontare meglio i voli successivi, munita di utilissimi alleati. Le astuzie che ho trovano sono state:
- Avere sempre dell’acqua (molta acqua) a portata di mano;
- Avere sempre dei sacchetti (stimandoli in eccesso), anche i sacchetti gelo possono essere utili in caso di nausee violente;
- Indossare entrambi i braccialetti antinausea;
- Mangiare cibi che non aumentino le nausee;
- Prendere farmaci per non vomitare, suggeriti rigorosamente dal medico, qualora fosse strettamente necessario.
- Distrarsi : leggendo un libro o ascoltando musica;
- Utilizzare un cuscino da viaggio qualora la stanchezza vi cogliesse e voleste cercare di isolarvi.
- Indossare sempre dei calzini contenitivi. In Francia li prescrivono da subito e indossarli durante tutta la gravidanza riduce la possibilità di avere gambe gonfie o pesanti;
- Alzarsi ogni tanto, durante il volo, per sgranchirsi le gambe. Fare qualche passo, abbandonando la posizione seduta aiuta a contenere la nausea crescente.
Ogni donna è un caso a sé stante. Le storie di ogni gravidanza possono somigliarsi, ma non saranno mai esattamente le stesse, così come ogni futura mamma ha nausee, emozioni e percezioni diverse. Una costante, tuttavia, è sempre la stessa : se la gravidanza non è una malattia, occorre prendersi cura di se stesse e rispettare i grandi cambiamenti del proprio corpo. Che si viaggi in aereo per scoprire un nuovo luogo, ricongiungersi alla propria famiglia o per lavoro, o che si utilizzi un treno o la metropolitana per gli spostamenti quotidiani, il primo allenamento per le future madri è sempre lo stesso: anticipare i possibili malesseri, prevedendo astuzie ed accessori che possano semplificare la vita. Fortunatamente il periodo delle nausee è limitato al primo trimestre (o poco più) e con un po’ di esperienza sarà sempre più semplice riuscire a contenere e gestire le nausee in viaggio.