Ultima tappa, Phuket in pochi giorni è sembrata quasi una sfida incredibile. Dopo circa tre settimane di viaggio, tanta stanchezza accumulata e tanta tristezza da cacciar via a causa della fine del viaggio, abbiamo deciso di lanciarci in un tour de force senza eguali. Non che disdegnassimo le acque cristalline. Volevamo impregnarci ancora di ricordi, panorami, templi e cielo blu. Dopo una traversata in traghetto, eccoci arrivati a destinazione.
Perché soggiornare a Karon Beach
Se Phuket in pochi giorni è diventato un mantra magico per trovare forze ed energie in questo ultimo tour da fine vacanza, che avevamo immaginato più lento e tranquillo, la scelta della località in cui soggiornare si è imposta quasi subito.
Quale zona prediligere quando si viaggia con bambini? La mondana Patong Beach? O le altrettanto belle ma decisamente meno mondane Kata e Karon Beach? Le tre spiagge sono piuttosto grandi e offrono una vista da cartolina: sabbia finissima, bianca ed acque cristalline che non si vedono neanche ai Caraibi!
La nostra scelta è stata dettata dalla necessità di riposare la sera, di non cadere nella tentazione di una vita mondana, non gestibile con due viaggiatori di tenera età, e dalla ricerca di quiete. I prezzi delle strutture hanno contribuito alla nostra scelta, spingendoci verso un resort (che probabilmente in Europa non sarebbe stato definito tale) a cinquanta metri dalla spiaggia di Karon Beach.
L’Orchid Resort, storia dell’invasione russa
Per il nostro soggiorno a Phuket in pochi giorni, abbiamo optato per un albergo vicino alla spiaggia nella località di Karon Beach. L’Orchid Resort ha attirato la nostra attenzione per il prezzo, la possibilità di avere una grande camera familiare e i servizi proposti. Abbiamo ottenuto il miglior prezzo su Agoda. Ad essere sinceri, le foto dei suoi spazi esterni proponevano un mini parco acquatico a libero accesso per gli ospiti. L’esterno ospita infatti tre piscine, diversi scivoli d’acqua ed un beach club che permette di sostare in spiaggia, usufruendo di lettini ed ombrelloni, gratuitamente.
Appena arrivati, siamo stati circondati da un gruppo di turisti russi, arrivati su un pullman enorme, poco dopo noi. Sulle prime non abbiamo prestato grande attenzione. Al contrario, il loro avventarsi al tavolo dei cocktail dolciastri di benvenuto, mi aveva strappato un sorriso. Quando siamo usciti per cenare, ci siamo accorti di trovarci in una località i cui servizi si rivolgevano principalmente al turismo russo. Dal menu del ristorante alle indicazioni in albergo, tutto presentava una traduzione russa a tal punto che questa lingua sembrava più parlata di quella locale.
Abbiamo assistito all’arrivo di numerosi pullman di turisti, famiglie per lo più, e la permanenza è stata abbastanza antipatica. Non tanto per l’albergo dagli interni vecchiotti anni 80 che avrebbero richiesto qualche lavoro (una persiana che separa il bagno dalla camera anche no…), né per la quantità imbarazzante di zanzare o per una colazione abbastanza monotona e di dubbia qualità, ma perché gli altri ospiti si appropriavano di spazi comuni, cantando e urlando fino a tarda sera. Ci siamo sentiti ospiti indesiderati all’interno di un contesto monotematico, visibilmente pensato per rispondere alle esigenze di una sola tipologia di turisti.
E sebbene Karon Beach sia una spiaggia davvero magnifica, le cui acque cristalline invitano al relax e al dolce far niente, i servizi turistici in prossimità della spiaggia si riducono ad un paio di chioschi di gelato, una manciata di negozietti (carissimi!), un paio di minimarket e ristoranti che propongono principalmente cucina russa.
Delusi dalla circostanza, abbiamo preferito cambiare aria e visitare altri luoghi.
Spa e pesciolini
Nonostante la massiccia affluenza di turisti russi, di menù in caratteri cirillici ed i costanti rimproveri dei genitori, l’aspetto più divertente del soggiorno a Phuket in pochi giorni lo abbiamo scoperto il giorno dopo. Di fronte l’hotel si trovano numerose spa, aperte giorno e notte. Una di queste offre la possibilità di fare la pedicure facendo mangiare la pelle morta ai pesciolini contenuti in una grande vasca. Dieci minuti per cento baht. In pratica circa tre euro per appena dieci minuti.
Durante un pisolino pomeridiano di Lila, ci siamo decisi a provare l’esperienza. Lilou ha voluto immergere i piedi con noi. Dopo aver ridacchiato per il solletico, ci siamo adattati velocemente e i famosi dieci minuti, di cui nessuno teneva il conto, sono diventati presto venticinque. Al momento di pagare, il gestore ha chiesto solo 200 baht nonostante fossimo in tre e la durata fosse praticamente triplicata. La nostra Lila, ignara di tutto, sonnecchiava sul passeggino all’ombra.
Da Karon a Patong
Quando abbiamo programmato il nostro soggiorno a Phuket in pochi giorni, eravamo indecisi se prenotare un albergo nella località della più mondana Patong Beach. Vero centro di divertimento, la spiaggia di Patong offre numerosissime escursioni, tra cui le Phi Phi Islands in motoscafo oltre ad uno dei più grandi mercati notturni del paese.
Il mercato notturno di Patong non ha eguali. Non solo è più caro degli altri (niente a che vedere con quello di Chiang Rai), ma è davvero molto esteso. Oltre ad una serie di locali molto noti per la nightlife, offre anche una proposta in termini di cibo molto varia. Se volete assaggiare aragoste di svariate chili o assaggiare pesci tropicali che non avete mai visto, questo è il posto ideale in cui trovare di tutto. Pesci, aragoste, granchi giganti, street food… tutto è uno spettacolo agli occhi dei turisti.
Non mancano i famosi centri benessere che propongono massaggi (e non solo) a qualunque ora del giorno e della notte.
Il Grande Buddha
Una delle attrazioni più importanti del luogo, da non perdere se prevedete di soggiornare a Phuket in pochi giorni, è il Grande Buddha. Se quello di Bangkok vi ha colpiti, non potrete non visitare questo.
Dalla spiaggia di Karon Beach siamo riusciti a prendere un tuktuk per circa 1000 bath. Nonostante il grande Buddha sia vicino in linea d’aria, la strada per raggiungerlo è più lunga e i drivers negoziano dei prezzi che includono l’andata, il ritorno ed una permanenza all’interno del sito di circa un’ora. Se tardaste, non preoccupatevi, vi aspetteranno, il pagamento è sempre alla fine!
Il sito del grande Buddha è in realtà un complesso di templi. Qui potrete incontrare diversi monaci buddisti che abitano il sito e che sono soliti benedire i turisti dietro un’offerta per la costruzione del tempio. Il Grande Buddha, infatti, non è solo un’enorme statua di Buddha che sovrasta un promontorio di Phuket, ma anche un tempio di nuova costruzione. Questo è finanziato dai fedeli e dai visitatori che possono acquistare delle mattonelle col loro nome per ricoprire la parte interna del tempio.
Prima di raggiungere la statua, fermatevi pure a guardare la vista sulla provincia di Phuket dall’alto ed esplorate il vecchio tempo alla sinistra delle scale. Quindi potrete imboccare la scalinata e raggiungere la cima. Se avete un passeggino, sappiate che vi si offrono due possibilità: andare con un marsupio oppure lasciare il passeggino ai piedi della scalinata. O ancora, se avete un passeggino yoyo, potete chiuderlo e portarlo a tracolla.
Sulla terrazza la vista è ancora più aperta. Nonostante il sole, in cima si avverte una certa brezza. Lila ha tenuto a percorrere a piedi l’intera scalinata, girando interessata attorno alla statua del Grande Buddha prima di attraversare il tempio al suo interno, ancora sotto lavori. L’accoglienza dei monaci buddisti sembra quasi sincera, come se aprissero le porte di casa a qualunque pellegrino di passaggio. Basta un attimo per lasciarsi coinvolgere dall’emozione del mondo ed il passo per ritrovarsi a riempire 30 ciotole con un soldino per volta, è davvero breve.
Nei pressi dei templi troverete una boutique di souvenirs. Fermatevi pure, questa non è come tutte le altre. I costi sono leggermente più cari, ma il ricavato va in beneficenza e se chiedete a chi gestisce la cassa, potrete ricevere maggiori informazioni.
Perché scegliere Phuket
A prescindere dal fatto che possiate visitare Phuket in pochi giorni o concedervi un soggiorno più lungo, le principali spiagge della provincia sono davvero belle. Corrispondono all’immaginario collettivo dei paradisi terrestri disseminati nel sud-est asiatico. Tuttavia, quando si decide di soggiornare in questa provincia, occorre tenere a mente che la bellezza di queste spiagge richiama flussi di turisti massicci e che la grande affluenza genera anche molta offerta in termini di movida. Se è questo ciò che cercate, non avrete problemi. Ma se viaggiate in famiglia, specialmente con bambini piccoli, occorrerà fare compromessi sui luoghi, perché il rumore e le grandi affluenze avranno ripercussioni sulle vostre notti.
Noi, abbiamo preferito la più tranquilla Ao Nang. E, col senno di poi, siamo contenti di aver potuto visitare Phuket in pochi giorni perché tra le due località, questa è quella che ha corrisposto meno alle nostre aspettative. La vita, però, è una questione di punti di vita… Qual’è il vostro?