In molti hanno pensato che visitare l’Islanda nel 2020 fosse un compromesso tra l’ambita voglia di viaggiare e la necessità di non trovarsi in contesti di turismo di massa. Questo piccolo paese del nord Europa, a cavallo tra due continenti, sembra infatti poter garantire un minimo di isolamento, spazi aperti, vasti e incontaminati e soprattutto rare possibilità di incontrare molti turisti.
Se in molti, come noi, si sono chiesti se valesse la pena scegliere tra l’Islanda e il Sud della Francia (dopo aver rinunciato ad un viaggio in Russia che progettavamo da mesi, avevamo pensato a qualche giorno di mare e un giro tra Provenza e Costa Azzurra), prima ancora che il numero di casi crescente preoccupasse il nostro paese d’adozione, abbiamo pensato che forse valesse la pena percorrere tanti chilometri per isolarci.
Riapertura delle frontiere dal 15 giugno 2020
La riapertura delle frontiere ha segnato sicuramente una tappa importante per la ripresa del traffico internazionale. Treni e aerei hanno progressivamente riproposto diverse tratte. L’idea di scartare il mare e di andare controcorrente, evitando posti particolarmente affollati ci è sembrata la soluzione vincente. Eppure, l’Islanda, paese che si sviluppa su un’isola, ha avuto la prontezza di introdurre immediatamente delle precauzioni.
Pioniera sotto questo aspetto, dalla riapertura delle frontiere, per visitare l’Islanda nel 2020, ogni turista che transita su territorio islandese deve sottoporsi ad un tampone. In questo modo, non soltanto i turisti partecipano ad uno studio interno del paese, ma assicurano di non essere veicolo di covid 19.
Il tampone
Per effettuare il tampone i turisti hanno due possibilità: registrarsi nelle settantadue ore che precedono l’arrivo su terra islandese via un formulario (covid.is) e prepagare il test. Oppure registrarsi alle macchinette e pagare in aeroporto il test. La differenza è solo economica: pagando in anticipo il costo si aggira sui 60 euro a persona; sul posto sui 90 euro.
All’arrivo a Keflavik, prima del controllo passaporti, sono stati allestiti dei box in cui viene effettuato il tampone. Questo consiste in due prelievi: uno effettuato tramite il naso, l’altro tramite la gola. Purtroppo entrambi sono fondamentali. I prelievi sono piuttosto rapidi, in meno di cinque minuti si viene congedati per passare al successivo controllo passaporti, dove il poliziotto di turno consegna un foglio con le regole cui attenersi durante questa estate di convivenza col virus.
La cosa più importante è limitare al massimo scambi e contatti con i locals. Viene chiesto di pagare con carta, indossare la mascherina nei luoghi pubblici e piccoli, lavarsi le mani costantemente e cercare di mantenere una distanza di due metri dagli altri.
Le novità in vigore dal 19 agosto 2020
A sconvolgere i piani di chi vuole visitare l’Islanda nel 2020 è un’ordinanza del governo, entrata in vigore il 19 agosto 2020, che, tenendo conto della diffusione della seconda ondata di contagi, ha introdotto non solo un secondo tampone da effettuare cinque giorni dopo il primo, ma anche una quarantena di circa cinque/sei giorni per i turisti. Contrariamente al primo tampone, il secondo è gratuito.
Avendo acquistato i voli molti mesi fa, noi abbiamo scoperto della quarantena grazie alla mail dell’unico albergo che avevamo prenotato che desiderava sapere quando saremmo arrivati esattamente e dove avremmo alloggiato durante la quarantena. In pratica, nel giro di un paio d’ore, essendo la vigilia della nostra partenza, abbiamo dovuto riorganizzare il nostro viaggio, modificando le date, gli spostamenti e il giro dell’intera isola che avevamo pianificato con cura da diverso tempo.
Fortunatamente tutti i gestori delle strutture ricettive (nel nostro caso per lo più appartamenti) sono stati disponibili a modificare le date. Eppure tutto questo ha comportato delle grosse limitazioni: abbiamo dovuto rinunciare a visitare il nord del paese, all’escursione in barca per vedere le balene nel loro habitat e a completare il ring.
Un po’ delusi, abbiamo deciso di accettare le condizioni per cambiare aria (casa nostra avrebbe rischiato di trasformarsi in una prigione dopo il primo confinement), e nonostante mille problemi con la compagnia, siamo riusciti ad arrivare in Islanda.
La quarantena
La quarantena implica l’assenza di contatti con i locals. Per fare la spesa o farsi consegnare il cibo a domicilio esiste un servizio di consegne apposito: aha.is. Acquistare dal sito è possibile esclusivamente con una carta maestro o con una carta visa electron. Le altre carte non sono accettate.
Noi abbiamo deciso di trascorrere la quarantena a Reykjavik dove avevamo affittato un appartamento. Avendo portato un po’ di cibo con noi e fatto qualche scorta al piccolo supermercato dell’aeroporto, siamo riusciti a gestire diversi aspetti di questo periodo. Il nostro appartamento si trova nel cuore della capitale, a due passi dalla cattedrale, simbolo della città. Qualora voleste avere un’idea dell’alloggio, i Rey Apartements sono particolarmente centrali, hanno un buon rapporto qualità/prezzo ma hanno il piccolo difetto di disporre di due parcheggi liberi. A fianco della cattedrale il parcheggio è gratuito, noi abbiamo lasciato l’auto a noleggio lì per evitare che le spese aumentassero a dismisura.
Durante la quarantena è possibile uscire e fare dei giri facendo attenzione alle limitazioni: evitare i contatti con la gente, mantenere i due metri di distanza, lavarsi le mani, non prendere i mezzi pubblici e non frequentare luoghi turistici, specialmente al chiuso (vietati musei, cinema, teatri e ristoranti).
Quanto ai luoghi d’interesse culturale all’aperto, le regole non sono chiare a riguardo: al momento niente vieta di visitarli.
Il secondo tampone
Per poter realmente visitare l’Islanda nel 2020 il secondo tampone rappresenta il via libera. A partire da quel momento si è liberi di visitare l’isola, entrare in musei e ristoranti e muoversi senza limiti.
Il secondo tampone è stato introdotto per evitare di avere a che fare con falsi negativi. Al momento del primo tampone non si ricevono molte informazioni. Nonostante le mie domande dirette, la risposta che ho ricevuto è stata: le faremo sapere in base all’esito.
In effetti, circa quattro ore dopo, ho ricevuto il primo esito negativo via sms. Nel messaggio venivo informata di un appuntamento per effettuare il secondo tampone a distanza di cinque giorni e mezzo, del luogo e dell’orario cui presentarmi. Qualora il luogo non vi convenisse, potrete sempre cliccare sul link e scegliere quello più vicino.
Per visitare l’Islanda nel 2020 il governo suggerisce di scaricare la loro app. Questa ovviamente traccia la presenza del turista. Scaricarla o meno dipende dal vostro accordo ad essere costantemente tracciati o meno.
Vale la pena visitare l’Islanda nel 2020?
Le valutazioni, come sempre, sono personali. Noi avevamo previsto un viaggio di dodici giorni. Rinunciare a cinque giorni ha ovviamente influito sull’itinerario, le nostre aspettative e la percezione del viaggio. I compromessi fatti rapidamente e con poca lucidità sono stati molti, ma consapevoli di non aver il virus (grazie ad esami fatti prima di partire), abbiamo deciso di affrontare ugualmente il viaggio temendo un secondo lockdown.
Ovviamente questo viaggio non somiglia molto a quello che avevamo progettato, ma fare i conti con un clima praticamente autunnale dopo settimane di calore soffocante parigino, ci ha permesso di ricaricare le energie.
Per quel poco che siamo riusciti a vedere, visitare l’Islanda nel 2020 resta sempre una buona idea, specialmente se la quarantena, affrontata con consapevolezza e ferie che permettono di tenerne conto, potrebbe non essere un limite alla scoperta di questo territorio pieno di storie, miti e leggende.
Avevo letto dei tamponi sul tuo profilo di Instagram, e se da un lato è una scocciatura dover rinunciare a parte del viaggio, alla fine è meglio per la sicurezza e la salute di tutti.
L’Islanda è nella lista dei mie travel dreams da secoli, e prima poi la realizzerò! Sono curiosissima di leggere i dettagli delle vostre tappe 🙂
Fortunatamente avevamo abbastanza tempo per non dovere rinunciare al viaggio stesso, ma concordo pienamente con te: il doppio tampone è sinonimo di sicurezza. Se solo lo avessimo introdotto in Italia, forse avremmo controllato meglio le impennate del virus. Io non vedo l’ora di leggere delle tue avventure in Islanda, sono certa che il tuo punto di vista sarà super interessante e rinnovo il mio augurio che tu possa realizzare questo viaggio al più presto!
Indubbiamente visitare l’Islanda nel 2020 ha grossi limiti che bisogna valutare attentamente caso per caso. Se vi andava bene il compromesso raggiunto avete fatto bene a partire per la vostra vacanza!
Grazie per il sostegno! Le valutazioni sono state molte, accompagnate anche da un esame sierologico prima di avventurarci. Partire in questo periodo significa anche avere a cuore la sicurezza degli altri. Prendere tutte le dovute precauzioni è stato fondamentale ed un pizzico stressante, ma ne è valsa la pena.
L’eredità più brutta che mi stanno lasciando questi continui lockdown è l’ansia di viaggiare. Ero abituata a partire senza troppa programmazione e ora anche un piccolo viaggio fuori regione diventa qualcosa di troppo grande da gestire. Secondo me hai fatto benissimo ad andare in Islanda nonostante le limitazioni, è sempre una boccata d’aria di cui abbiamo tutti immensamente bisogno!
Comprendo benissimo il tuo stato d’animo, anche io mi sento in qualche modo “costretta” a limitare al massimo gli spostamenti e ripenso costantemente a quel prima in cui la libertà di viaggiare, di programmare un viaggio o uno spostamento anche all’ultimo minuto, era un gesto quasi incondizionato. La scelta di partire in Islanda è stata lunga, piena di riflessioni e di dubbi. Col senno di poi, ne siamo immensamente felici: abbiamo visitato il paese nell’estate in cui il numero dei turisti non è mai stato cosi’ basso… Ritrovarsi in mezzo alla natura vedendo pochissime persone, se non nessuna, è stato rigenerante ed ha sedato le nostre ansie.