Piccoli viaggiatori si nasce o si diventa? Sebbene alcuni bambini affrontino meglio di altri i viaggi, secondo la nostra esperienza, l’attitudine al viaggio va coltivata nel tempo e con l’esperienza (non necessariamente viaggiando fisicamente) per spingere sempre più in là i propri limiti.
Lilou ha una passione enorme per gli aerei. Ne imita il rumore e sa che una volta a bordo occorre comportarsi bene. Riconosce il segnale delle cinture allacciate e quello che vieta le sigarette, ma per lui, quest’ultimo significa non disturbare i vicini. In questi primi due anni di avventura familiare, Lilou ha preso 19 voli, due treni e ha messo piede in sei paesi. Lui fa parte di quella schiera di piccoli viaggiatori che si entusiasmano all’idea di una nuova partenza.
Da genitori, siamo stati più volte bersaglio di critiche: perché costringere un bambino così piccolo a viaggiare? Perché non vi riposate un po’? Perché non rispettate i ritmi del vostro bambino? Non sempre le ragioni che ci spingono a voler affrontare un viaggio con un bambino, specialmente piccolo, vengono comprese e condivise. Non è importante il giudizio altrui, quanto quello che i genitori decidono di poter fare. Solo loro conosco i propri figli.
Nella maggior parte dei casi, ci siamo resi conto che l’idea di affrontare un viaggio fa paura. Per noi è stato fondamentale sfatare questo mito, offrendo a Lilou gli strumenti per apprezzare nuove situazioni, estremamente diverse dal nostro quotidiano.
Come trasformare i bambini in piccoli viaggiatori?
Non esiste una formula magica né una risposta universale che risolverà dubbi e paure per tutti. Esistono tante risposte quanti sono gli approcci alla genitorialità. Ciò che va bene per qualcuno, potrebbe non andare bene per gli altri. Ma se si condivide la passione per i viaggi occorre iniziare dall’idea che un figlio non li vieta.
Noi abbiamo sempre seguito l’istinto, non ci siamo mai sentiti egoisti perché volevamo viaggiare. Con l’arrivo del bimbo, viaggiare ha assunto un nuovo significato: ritrovarsi tutti insieme per condividere tempo e esperienze di qualità. Nella vita di tutti giorni avere Mamma e Papà a propria disposizione ventiquattro ore su ventiquattro è una rarità. Viaggiare ci consente in qualche modo di riconnetterci e di condividere nuove esperienze.
Qualche astuzia
Come comportarsi in viaggio
La serenità con cui Lilou vive i viaggi è senza dubbio legata alla nostra capacità di infondergli sicurezza e tranquillità. Sebbene quando i bimbi siano neonati sia estremamente complicato prevedere le loro reazioni in viaggio, quando iniziano ad essere consapevoli delle esperienze è fondamentale riuscite a trasmettere loro serenità, gioia, entusiasmo.
Se non avete mai viaggiato con i bambini, il suggerimento migliore è quello di testare un viaggio. Una meta vicina o al massimo europea, sarà un banco di prova decisivo. Probabilmente sarà opportuno prediligere una meta che permetta di alternare momenti di giri culturali a ore di pausa e relax.
A tavola
Il viaggio non deve necessariamente essere fisico. A volte basta sperimentare cibo di altri paesi per iniziare a scoprire le differenze. Ho conosciuto bambini che pensavano di trovare ovunque nel mondo il cibo di casa propria, ignorando il fatto che in ogni paese l’alimentazione cambiasse.
Noi amiamo molto la cucina etnica ed abbiamo la fortuna di vivere in una grande città europea che offre una scelta molto ampia in termini di ristoranti. Quando andiamo in un ristorante etnico, o semplicemente se prepariamo un piatto in casa, lo proponiamo a nostro figlio.
All’estero non gli imponiamo i piatti che mangia quotidianamente a casa, ma gli proponiamo di assaggiare le pietanze del luogo, i prodotti locali, consapevoli che possa anche non apprezzarle.
Per lui non esistono barriere legate a sapori. E’ attratto ed incuriosito da tutto.
Carte, atlanti, guide turistiche e libri
Ricordo che quando ero bambina le carte stradali e le guide turistiche erano il segnale di un viaggio imminente. In realtà, prima dell’era di internet, i miei genitori consultavano giornali e libri sui paesi che avremmo visitato, che io sfogliavo all’infinito.
Se Lilou ha ereditato qualcosa dalla sua mamma è la curiosità. Guide, atlanti e carte sono tutte a portata di mano. A volte è proprio lui che chiede di aprile, di guardarle, di ascoltare ciò che questi strumenti possano raccontare, al posto di leggere i suoi libri.
Abbiamo ricevuto e comprato diversi libri che parlano di paesi lontani come l’India, la Jamaica, gli Stati Uniti o ancora sul continente africano. Le storie affascinanti dei personaggi ci aiutano a raccontare un mondo grande ed estremamente vario.
Ogni immagine è uno stimolo visivo, un invito ad immaginare un viaggio ed ad entrare nella prospettiva di un ricongiugimento familiare. Le immagini sono dei supporti interessanti che ogni adulto potrà raccontare a proprio piacimento…
Costumi e abiti tradizionali
Il nostro bimbo non ama ancora i travestimenti, ma se c’è un modo per avvicinare i bambini ai viaggi è la scoperta della diversità attraverso gli abiti tradizionali: un kimono, un sari, un kilt… ogni abito diverso dalla quotidianità sarà un motivo di scoperta!
Indossare letteralmente i panni di qualcuno che vive in un altro paese permetterà ai bambini d’immedesimarsi maggiormente in una cultura diversa. Non è un caso che ad Ottawa esista una museo dedicato ai bambini che racconta loro il mondo, permettendo di vestire gli abiti di ogni paese, trasformandoli in piccoli viaggiatori.
In ogni caso, qualunque strumento sarà utile ai genitori per raccontare la diversità culturale.
Strumenti musicali e concerti
Gli strumenti musicali non mancano a casa nostra. Abbiamo iniziato ad acquistarne alcuni per Lilou anche in viaggio in modo tale da permettergli di familiarizzare con suoni diversi, ma anche di collezionare oggetti legati ai nostri viaggi che potesse utilizzare una volta a casa.
Sebbene Lilou sia piccolo, gli abbiamo già proposto qualche concerto. Da quelli tradizionali a quelli di musica etnica, ogni concerto è un modo per stimolare la sua curiosità ed allargare i suoi orizzonti.
Durante i nostri viaggi abbiamo incontrato musicisti di strada (e non!), il cui talento è riuscito a stregare il nostro piccino.
Spettacoli, sfilate e feste
Spesso le comunità straniere presenti nei comuni in cui viviamo organizzano delle feste. Si tratta di momenti di raccolta, cui i concittadini sono invitati. Un caso emblematico è quello della Festa di Ganesh a Parigi, in cui la comunità indiana accoglie i parigini durante una giornata, trasformando uno dei quartieri a nord della città in una fantomatica città indiana.
O ancora la sfilata del Carnevale Tropicale con i vestiti tipici degli abitanti dei DOM TOM francesi e dell’ America Latina riempiono di colori le strade di Parigi.
Oppure il Capodanno cinese che permette di entrare in contatto con una delle comunità asiatiche dalla cultura più antica, presenti in Europa. Quello parigino è una tradizione cui partecipano persone di ogni origine.
In ogni caso, eventi di questo tipo, non solo trasformano la percezione della propria città, ma catapultano letteralmente altrove. Ogni senso viene stimolato e la voglia d’evasione coglie anche i più piccini.
Le lingue straniere
Da expat, abbiamo l’abitudine di passare da una lingua all’altra (nel nostro caso dall’italiano al francese e viceversa). Nel nostro quotidiano, abbiamo anche la fortuna di collaborare con persone che vengono da tutti i continenti e di sentire costantemente persone parlare lingue che non conosciamo.
Al parco, all’asilo nido, al mercato o semplicemente per strada, Lilou entra costantemente in contatto con persone di origini diverse. Questa scoperta lo diverte e gli permette di rendersi conto della diversità, spingendolo ogni tanto a ripetere dei suoni che lo affascinano. All’estero sembra sempre attento quando ci rivolgiamo agli altri cambiando lingua. Al momento lo trova buffo.
Da bambina avrei voluto padroneggiare più lingue per comunicare meglio. Certo, esiste sempre il linguaggio dei segni e quell’innata capacità di comunicare che hanno gli esseri umani. Ma ascoltare quello che un local potrebbe dirci non ha prezzo. E la curiosità potrebbe spingere i piccoli viaggiatori ad imparare una lingua straniera già in tenera età.
Stimolare i bambini perché diventino piccoli viaggiatori
Se i genitori possono trovare tanti pretesti per viaggiare, ciò che conta davvero non è semplicemente stimolare i bambini alla voglia di partire, ma permettere di capire quali valori si celino dietro un viaggio. Curiosità, stupore, ammirazione e, soprattutto, rispetto per culture lontane, renderà i piccoli viaggiatori di oggi, adulti liberi domani.